Guida alla scoperta di Sirmione e del suo Castello Scaligero
Assieme a una guida turistica di Sirmione scoprirete uno dei luoghi più incantevoli di tutto il lago di Garda, così affascinante da essere spesso definito "la perla del lago". Le sue magiche atmosfere erano già descritte dal poeta romano Catullo nel I secolo a.C.. Dalla metà della costa meridionale del lago di Garda si estende per 4 km verso nord una sottilissima lingua di terra, in alcuni punti larga appena 120 m. È la penisola di Sirmione, uno dei luoghi più suggestivi del lago di Garda, cantato in varie epoche da poeti e artisti. A circa due terzi della penisola vi è il paese di Sirmione, un pittoresco borgo risalente all’epoca longobarda anche se scavi archeologici hanno portato alla luce resti di epoca romana. A quel tempo però il centro principale era più su: l’immensa villa romana che la tradizione indica come la dimora natale di Gaio Valerio Catullo, tra i più celebri poeti latini.
Foto di Gianni Crestani da Pixabay
Sirmione può costituire una destinazione a sé per una visita guidata che coniughi storia, arte, architettura e poesia. Adatta per visite individuali, piccoli e grandi gruppi organizzati, famiglie con bambini, gite scolastiche. Con una visita guidata di 2-3 ore è possibile visitare tutti i principali luoghi di interesse:
- Castello Scaligero (esterno e/o interno)
- Villa di Maria Callas (esterno)
- San Pietro in Mavino
- Grotte di Catullo
- Passeggiata panoramica lungolago
Sirmione è inoltre punto di partenza per gite in barca sul lago di Garda, dalle più brevi circumnavigazioni della penisola di Sirmione per ammirare le grotte di Catullo e il Castello Scaligero dall’acqua, fino alle escursioni più lunghe con destinazione Isola Borghese, Isole del Garda, Salò, etc.
L’immediato entroterra di Sirmione è inoltre zona di produzione del vino Lugana. Numerose le cantine dove è possibile effettuare visite guidate con degustazione.
Visita guidata di Sirmione
La visita guidata parte dall'ingresso del borgo, costituito dalle mura meridionali del Castello Scaligero. Oggi l'accesso avviene per mezzo di un ponticello in muratura, ma un tempo al suo posto c'era un ponte levatoio che all'occorrenza poteva essere sollevato isolando il borgo. Per creare il fossato fu scavato il canale che taglia la punta della penisola di Sirmione rendendola di fatto un'isola. Dalla piccola darsena sempre affollata di barche di pescatori e da diporto si gode di una bellissima visuale del castello, col mastio e le cortine di mura merlate.
Il Castello Scaligero
L'ingresso al castello è sulla destra appena dentro al paese. Sul portale di accesso si possono vedere lo stemma scaligero (lo scudo con la scala a pioli) e il leone di San Marco, emblema della Serenissima Repubblica di Venezia, simboli di due delle potenze che si susseguirono nel controllo della regione. Dal cortile interno si può salire ai camminamenti di ronda e più su fino al mastio da cui si gode un'eccezionale vista a 360° sul borgo e la penisola di Sirmione. Dall'alto del mastio si vede chiaramente la piccola darsena del castello circondata da mura e torri costruite nell'acqua, che avrebbero protetto dagli attacchi del nemico le imbarcazioni che vi si fossero rifugiate. Il castello attuale fu costruito da Cansignorio della Scala alla fine del '300, ampliando un precedente fortilizio forse costruito su una torre romana o longobarda. Il castello è in perfetto stato di conservazione.
Il Borgo
Attraversati alcuni stretti vicoli si giunge a Piazza Carducci il cuore di Sirmione, con i suoi caffè, gelaterie, hotel, ristoranti, pizzerie. Da piazza Carducci vi sono gli imbarchi da cui si possono prendere i battelli della linea pubblica di navigazione o i motoscafi privati su cui avventurarsi in una gita in barca sul lago di Garda. Vicino alla darsena si trova il busto di gaio Valerio Catullo, nume tutelare di Sirmione.
Gaio Valerio Catullo
Gaio Valerio Catullo nacque a Sirmione nell'84 a.C.. La sua era una famiglia ricca e importante che diede ospitalità a Giulio Cesare in una tappa dei suoi viaggi verso le Gallie. Per dare ospitalità a una figura come Cesare serviva un luogo adeguato. Questo è uno degli indizi che fa ritenere a molti che la grande e sfarzosa villa, i cui resti la tradizione chiama "le grotte di Catullo", sia proprio il luogo dove il celebre poeta nacque e trascorse l'infanzia. Catullo si trasferì a Roma attorno al 60 a.C.. Qui condusse una dolce vita ante litteram frequentando giovani artisti di belle speranze, personalità dell'epoca, donne affascinanti. Di una di queste, Clodia, si innamorò perdutamente, trascorrendo una breve ma intensa storia d'amore, che finì a causa della volubilità di lei: "Ciò che una donna dice a un amante appassionato scrivilo nel vento, o nell'acqua che scorre". Per Clodia, che Catullo chiama Lesbia, il poeta scrisse versi indimenticabili. Catullo aderì alla corrente poetica dei neoteroi, che rivoluzionò l'arte e la poesia dell'antichità. In un'epoca in cui la poesia si occupava di argomenti "alti", raccontando di dei ed eroi, celebrando i potenti, autori come Catullo parlavano invece di piccole cose: amore, amicizia, nostalgia, scrivendo versi immortali per la loro universalità e modernità. Non mancano naturalmente parole per la sua amata Sirmione come nel carme XXXI.
Le Grotte di Catullo
E andiamo dunque a visitare le grotte di Catullo. Bisogna uscire dall'abitato e proseguire verso nord fino alla punta estrema della penisola di Sirmione. I resti dell'antica villa romana occupano una superficie di circa 2 ettari (20.000 metri quadri) che ne fa lo scavo archeologico più grande nel Nord Italia. Non si tratta di vere grotte naturalmente, ma quando la villa venne abbandonata e cadde in rovina la vegetazione crebbe rigogliosa e abbondante attorno e sopra le immense strutture dei ruderi, con gli ambienti sotterranei, dando l'impressione che si trattasse proprio di anfratti naturali. "Grotte", in generale, era come venivano definititi i grandi ambienti di edifici e strutture dell'antica Roma abbandonati e dimenticati. Quando con il Rinascimento ci fu la riscoperta dell'antico, gli artisti si calavano con corde e fiaccole all'interno di queste "grotte" per studiare le decorazioni alle pareti da cui trarre ispirazione: festoni, mascheroni, ghirlande, ecc., vennero quindi definite "grottesche", cioè alla maniera dei dipinti delle grotte. Le ville in antichità erano dimore Patrizie costruite all'interno di vaste proprietà terriere. Annessi all'edificio nobile si trovavano perciò gli edifici rustici, dove vivevano braccianti e schiavi che si dedicavano ai lavori dei campi e alle attività di trasformazione, e dove venivano immagazzinati i prodotti o allevati gli animali. Del corpo della villa di Sirmione vera e propria rimane molto poco. Ciò che invece impressiona ancora oggi sono i resti degli ambienti annessi e delle strutture di sostegno che reggevano il corpo principale. La villa fu infatti costruita su un terreno accidentato, con avvallamenti e dislivelli, che dovette essere spianato riempiendo fossi e, dove il dislivello era troppo accentuato, costruendo un complesso sistema di sostruzioni (strutture di sostegno) che creavano un'ampia piattaforma pianeggiante su cui era costruita la parte residenziale.
Le Terme
Il complesso era dotato di proprie terme. Si possono chiaramente distinguere due ambienti dotati di ipocausto, l'ingegnoso sistema di intercapedini in cui veniva convogliata da una fornace aria calda per il riscaldamento. Uno, più grande, era forse il tepidarium, l'altro, più piccolo, il calidarium. Una costruzione quadrangolare i cui muri si sono conservati era probabilmente la cisterna che forniva l'acqua alle terme.
La Grande Cisterna
Una cisterna ancora più grande si trova invece a metà della spianata su cui sorgeva il corpo dell'edificio. Era un'opera imponente, 43 metri di lunghezza, profonda 8-9 metri, scavata nella roccia e coperta da una volta in mattoni disposti a spina di pesce che, a distanza di duemila anni, è perfettamente conservata. In essa veniva raccolta l'acqua di cui aveva bisogno l'intera villa giacché, costruita su uno sperone roccioso, era troppo lontana dal lago, e non era possibile raggiungere alcuna falda acquifera.
La Terrazza
L'estremità nord della villa terminava con un'ampia terrazza fronte lago, realizzata sulle più alte e imponenti tra tutte le sostruzioni. La grande piattaforma è quasi completamente crollata. Alcune pietre forate rinvenute tra le macerie a valle hanno fatto ipotizzare che attorno alla terrazza vi fosse un sistema di pali che reggeva un ampio velarium, una tenda come quella di teatri e anfiteatri, che ombreggiava l'intera superficie della terrazza rendendola un luogo ameno anche sotto il caldo sole estivo. Si può solo fantasticare sullo sfarzo che una tale villa doveva esprimere. Simili dimensioni e imponenza fanno ipotizzare che le finiture e gli arredi fossero di un lusso e raffinatezza con pochi paragoni, costruita tra l'altro in un luogo particolarmente disagevole, ma con il preciso intento di godere di una visuale ineguagliabile del lago che si apre davanti a noi in tutta la sua magnificenza.
L'Abbandono
Nel III secolo la villa venne abbandonata. Le prime scorribande delle invasioni barbariche resero evidente che una residenza così lussuosa e in posizione così aperta, impossibile da difendere, sarebbe stata facile obiettivo di razzie e violenze. Il declino fu rapido e inesorabile. In epoca longobarda divenne sede di una postazione di avvistamento e di alcune sepolture. Sulla spianata un tempo occupata dalla sontuosa villa vennero piantati ulivi che hanno resistito anche alle varie campagne di scavo e tutt'ora abbelliscono l'area.
Il Museo
La visita guidata delle grotte di Catullo si conclude nel piccolo ma interessantissimo museo annesso all'edificio di servizio. Vi sono esposti i reperti rinvenuti nel corso delle varie campagne di scavo che si sono succedute nella villa e in altre aree limitrofe: frammenti di fregi, vasellame, lucerne, bronzi, monete, iscrizioni, miliari. In una teca del museo è esposto un frammento di affresco rinvenuto nella villa che merita particolare attenzione. Raffigura un giovane uomo, vestito con la tipica toga patrizia, mentre regge un rotolo, l'equivalente di un libro nel mondo antico. A molti piace pensare che si tratti proprio del ritratto del giovane poeta Catullo.
Maria Callas
La celebre soprano debuttò al festival operistico dell'Arena di Verona nel 1947. Lì conobbe il marito, Giovan Battista Meneghini, facoltoso imprenditore. La coppia trascorreva le vacanze estive nella villa che possedevano a Sirmione. Ancora si possono ritrovare i luoghi che la divina frequentava durante la villeggiatura a Sirmione, come il Gran Caffè Italia, nella piazza principale del paese, dove la Callas soleva prendere l'aperitivo. La bella villa liberty, non più di proprietà della famiglia Meneghini, è tuttora visibile poco fuori l'abitato e inclusa (esternamente) nelle visite guidate di Sirmione.
Le Terme di Sirmione
Sirmione è anche un importante centro termale. Nel 1889 alcuni palombari scoprirono sul fondo del lago, poco al largo della punta della penisola, una sorgente da cui fuoriusciva acqua a circa 70° di temperatura. Alcuni ipotizzarono che già i romani conoscessero e sfruttassero le acque termali. La cosa è abbastanza improbabile in quanto la fonte è situata a 15 metri di profondità, e solo lo sviluppo delle attrezzature da immersione ne ha permesso la scoperta. Le acque sulfuree di Sirmione hanno dimostrato efficacia nella cura di alcuni disturbi dell'apparato respiratorio e uditivo, ma sono l'ideale anche solo per dello spensierato relax. L'acqua venne incanalata ed è tutt'oggi distribuita ai centri termali e ad alcuni alberghi. Il Lago di Garda è infatti una rinomata località termale. Durante le gite in barca che circumnavigano la penisola di Sirmione, i barcaioli spesso si fermano proprio sul punto che sovrasta la fonte. Se il lago è sufficientemente calmo è possibile scorgere le fitte bollicine quando raggiungono la superficie e sentirne il caratteristico odore.
Passeggiata Panoramica
Al termine dalla visita guidata delle Grotte di Catullo si tornerà verso il borgo lungo la bellissima passeggiata che costeggia il lago sul lato orientale della penisola. Si passerà così lungo la stazione di pompaggio dell'acqua termale nei pressi della quale si percepisce il caratteristico odore di zolfo. L'acqua in eccesso viene reimmessa nel lago attraverso delle tubature di troppo-pieno. Qualcuno, anni addietro, ha costruito una sorta di diga ammassando pietre attorno alla canalina, e creando così una rudimentale piscina a filo del lago dove l'acqua calda si accumula permettendo di fruire gratuitamente delle terme. Lungo la passeggiata panoramica si godono alcuni suggestivi scorci sul castello e il borgo.
Navigazione sul Lago di Garda
Da Sirmione è possibile effettuare gite in barca, sia sui mezzi della Società Navigazione Garda che effettuano collegamenti regolari con tutti i paesi del Benaco, sia con le numerose imbarcazioni private con cui è possibile concordare itinerari turistici personalizzati attorno alla penisola o in varie zone del lago, accompagnati da guide turistiche che illustrino la storia, l'arte, la natura e le curiosità della zona.
Ringraziamo la fonte di questo articolo: Veronissima.com
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